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Nautilus
NÈ SOLTANTO EWT, NÈ EWS, MA SEMPRE FW!


4,2360… o 1,6180 elevato alla “Perfezione”!
Un numero che indubbiamente mi “attrae”!
4,2360 (1,6180 elevato al cubo), come il rapporto che in fondo lega le Onde di Elliott, nell’espansione al grado superiore.
Infatti se il ciclo più semplice è composto di 8 onde, quello successivo ne conterà 34 e quello ancora successivo arriverà a contenerne 144, fino a quello dopo che diventerà addirittura di 610 “ondine”.
Ebbene: 610/144= 4,2361;
ma ancora: 144/34=4,2353 e per arrotondamento anche 8/34 fornisce 4,25.

Forse soltanto un pretesto!

In realtà, da tempo, da molto tempo, ero convinto necessitasse una profonda rivisitazione del comunque preziosissimo e insostituibile lavoro di R. N. Elliott in merito alla Teoria delle Onde che non sarà ora certamente abbandonato nelle sue guideline portanti, soprattutto per quel che concerne le fasi correttive, le quali rappresentano una tappa imprescindibile per tutta la “costruzione del sistema”, oggetto della nuova teoria.

Con buona certezza, un passaggio obbligato fu quella presentazione di cui già ho parlato e che fornì la maggiore innovazione – almeno lo spunto vitale – al mio lavoro e che mi suggerì la forza per proseguire nella ricerca, dopo lo sfiancante impegno del libro.
Tuttavia, a pubblicazione finalmente avvenuta, ebbi a disposizione un poco più di tempo per gettare qualche occhio ai forum, ai varî blog elliottiani e non, per rendermi allora conto di come non si parli affatto un linguaggio universale.
Quanto sopra, già rilevante ma assieme ad altri, è semplicemente uno dei motivi per cui la teoria stessa ancora oggi non sia compresa a fondo nei suoi veri significati da tanti neofiti – e non soltanto! –, e dunque spesso criticata, poiché ognuno etichetta le onde come preferisce (guardando i grafici proprio con gli “occhi largamente chiusi”!) e mi riferisco in particolare a due aspetti:

• il grado delle onde, apparentemente poco influente, ma al contrario di un’essenzialità vitale;

• quel “mistero”, quasi “Quer Pasticciaccio Brutto”, quando ci si trova al termine di una fase correttiva ribassista e allora si dovrebbe iniziare con cura a identificare Onda 1.

• l’arbitrarietà – ma così volle lo stesso R. N. Elliott, poiché gli mancava qualcosa… – nello stabilire le estensioni, tanto che talvolta si potrebbe “costruire” un ciclo di sub-wave di one minor degree!;

• infine, la “disorganizzazione sistemica” quando si tratta d’affrontare una fase correttiva complessa, proprio come l’attuale e che stiamo vivendo dal 2000 fino ai giorni attuali;

Non a caso, qui sottolineerei con ancora più enfasi il ruolo cardine della fasi correttive, che forse anche favoriscono in un certo senso la nascita o lo sviluppo delle teorie.
R. N. Elliott elaborò infatti la sua EWT nel colmo della Great Depression; ora personalmente sono giunto finalmente a fornire una forma concreta a questa importante (spero) rivisitazione nel pieno di un bear market che (con i dovuti e lunghi intervalli) perdura ormai da oltre una decade.

Per finire col concreto, affermerei che tutto quanto segue è frutto di un grande convincimento, vale a dire che:

Ogni onda che nasce è solamente figlia e correttiva di quella che l’ha preceduta e ne rispetterà fondamentalmente rapporti temporali e ratios puntuali fibonacciani, i quali la legheranno indissolubilmente con la precedente e in perfetta armonia, condizionando poi anche la/e successiva/e.

È certamente questo il fondamento primo delle nuove Fibonacci Waves, altresì dette Fibonacci Boxes (in onore di un mio carissimo amico e analista tecnico dei più serî, Roberto Capuzzi).