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CORRETTORE E REVISORE DI BOZZE (Multiple)


Dopo quasi quattro anni (ora che siamo ormai a luglio del 2011), può ben ritenersi il momento di svelare alcuni “segreti” che precedettero l’uscita del libro.

E scrivo “segreti” davvero tra virgolette, ché sarebbe certamente più giusto chiamarli soltanto “retroscena” o ancor meglio peripezie, facendo sparire le stesse “virgolette”.
Per chi poi non ha mai intrapreso la stesura di un testo (come presumo i “più”, tra i leggenti, e per loro fortuna!) forse risulterà sin ostico il comprendere quanto ancora vi sia di artigianale nel confezionamento di un libro.

Le bozze per esempio sono corrette, prima dal correttore di bozze appunto (delegato dalla case editrice), poi rivedute dall’autore stesso e infine dal redattore finale – solitamente una casa esterna all’editore – di concerto nuovamente con l’autore e qui sorgono incomprensioni, volontà terze che agiscono sulla tua, etc.

Ebbene, queste lunghe e tribolate operazioni sono effettuate in maniera inesorabile, pagina per pagina, riga per riga e completamente a mano, dovendo anche così apprendere il “linguaggio tipografico”, costituito anch’esso interamente di simboli e di “etichettature”!… un po’ come per le Onde!
Imparare il tutto e, per ovvia necessità, il più celermente possibile è impresa certo non facile, ma necessaria per una persona precisa sino alla morte, quale il sottoscritto!

Evidentemente un tale lavoro, alcune insoddisfazioni di resa di immagini e d’impaginazione, queste ultime procuratemi anche dalle lunghe didascalie preparate (mai farlo!) a corredo dei tantissimi grafici inseriti nel libro, produssero l’effetto di ritardare l’uscita del libro di almeno tre/quattro mesi, con mio grande disappunto.

Prevista per maggio/giugno 2007 – e lo annunciai anche allo ITF di Rimini di quell’anno – le bozze corrette e definitive, le ciane (come sono chiamate in gergo tecnico) andarono in tipografia soltanto agli inizi di settembre, dopo dunque un finale e nottambulo lavorìo di reimpaginazione, arrivato al punto di contare persino le righe per far “quadrare” ogni singola pagina.
Oltre quel già “ingorgabile traffico”, seguì tutta una minuta attività dapprima di revisione del testo, con snellimento e alleggerimento di moltissime didascalie (ma attenzione: il “punto” tipografico non è identico e interscambiabile per l’uno e le altre e così sorge ovviamente l’inghippo di “centratura e giro di pagina”), poi e infine addirittura di ristampa e re-ottenimento ex-novo e in extremis di alcuni grafici che risultavano aggiornati ancora al dicembre del 2006!
In realtà, tutto questo, semplicemente perché il manoscritto originale, consegnato all’editore nel febbraio del 2007, in una freddissima giornata d’inverno milanese era ritenuto a torto già completo e perfetto in ogni sua parte e così bastante a un semplice trasferimento da una carta all’altra.
Mai illusione più pia ed errata!

Insomma, un libro – se ben fatto, e questo era lo spirito, non so il risultato – è fonte di mille peripezie ed è tutto tranne che una passeggiata e un “real-time book” come voleva essere, difficilmente può davvero e interamente realizzarsi.

Ancora adesso, talvolta, mi chiedo:
«Per cosa, perché lo hai fatto?»…

E la risposta allora non può che essere:
«Un mio “capriccio”!… soltanto un mio puro “capriccio”, condito dalla gran voglia di dire qualcosa che ritenevo almeno doveroso dire!»…
… altrimenti ogni cosa non avrebbe davvero avuto alcun senso e chissà quando allora giungerò al secondo (nonostante qualche timido lettore del primo il quesito lo ponga), ma se non dovesse vedere mai la luce, almeno ora ne è noto uno dei principali motivi.

Ti assicuro, Lettore!… Molto più semplice tradare, piuttosto che scrivere un libro e “accompagnarlo” fino alla sua nascita!

E ora, nuovamente per un puro mio capriccio, già che ho compiuto quel “lavoraccio”, tuttavia come un fiero artigiano cesellatore e incastonatore, voglio proprio condurti nella creazione del progetto.

Quella che dunque si vede qui in immagine è una pagina estratta dalla prima bozza ricevuta ad aprile/maggio, in formato .pdf (e che sarebbe dovuta andare in stampa appunto a giugno), bozza riveduta e corretta, interamente a mano, anzi a quattro/sei mani come scrivevo appena sopra.
La pagina porta ancora la numerazione che recava in bozza originale, ossia 230 che poi, nella versione ultima e “ufficiale”, sarebbe divenuta pagina 229 e con una didascalia ridotta ai minimi termini e con i relativi spostamenti di figura, quelle stesse figure che a un certo punto mi misi addirittura a rincorrere! :-)

A quella prima bozza, ne seguirono dunque, anziché una definitiva come prassi vorrebbe, altre tre: una intermedia e le due conclusive, in cui il testo venne spacchettato in due per accelerare i tempi di lavorazione.

In fondo e dunque, anche se forse un poco maldestra, cagnesca, infinita, al limite del “non lo faccio più uscire”, invero è sempre stata una bella esperienza e questo in ogni caso non posso negarlo!… sebbene dubito fortemente che la ripercorrerei… quand’anche le cose che ritenevo scritte e scolpite nella pietra si erodono in qualcosa di meno che in un secondo.

Rimane la soddisfazione (ovviamente e puramente personale!) di avere concepito l’idea di quell’onda correttiva e ribassista (tra un manoscritto e una bozza semi-corretta), quand’ancora la parola sub-prime era soltanto e neppure un sussurro… e senza essere “un Roubini”!