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Nautilus
La precedente sezione dedicata “al Noi” (o più semplicemente “a Noi”) – se devo essere onesto sino in fondo – è puramente un mio incanto, un mio piacere, un rigurgito di un passato, sebbene molto lontano, letterario e artistico.
D’altra parte ho sempre ritenuto l’Analisi Tecnica un po’ un’arte, sui generis naturalmente, ma pur sempre “Arte”, lasciandole viaggiare spesso insieme.
Dunque perché sottrarci i “piaceri” che l’Arte stessa, nelle sue multiformi sfaccettature, può donarci in un’epoca in cui forse siamo anche poco avvezzi a giovarcene?
Questo sito è infatti costruito per coloro che vorranno condividere idee, sensazioni, ambizioni – perché no? – e crescere, dal punto di vista tecnico ma al tempo anche umano e culturale.
Poi, i messaggi, per Te, Lettore, non sono comunque celati sotto foggia d’arte, bensì in sembianze di parole, nette e precise!

Nel libro fui peraltro molto più diretto, naturalmente sempre in linea con il mio stile, certo un po’ romanzesco e talvolta “condito di barocchismi” inusuali per la materia (ho tentato di creare una “prosa tecnico-finanziaria”, un po’ come ora), ma sufficientemente esplicativi (ritengo!) e forse anche troppo.
Non soltanto per questi motivi, il libro ha dato “fastidio” a tanti (per usare un eufemismo!), nell’era del copia-incolla, nell’era del “miraggio”, ed è stato sempre più “ostacolato e frenato” nella sua divulgazione, e tutto ciò da più parti.
Poco importa: con coloro che hanno agito (non presumo in buona fede) mi mantengo in chiara ma onesta antinomia di vedute e orizzonti e in un reciproco ma distante rispetto.
D’altra parte la cecità si estrinseca ben a tanti… molti… troppi! … livelli del “quotidiano” e spesso è voluta.

Indubitabilmente chi dice la Verità non piace!… Meglio soffuse bugie, ma io, Valerio Peracchi, non ne sono capace, di fronte alla lealtà.
Personalmente nel libro ho anche inserito alcune previsioni e figuriamoci allora: chi dice la Verità è già un Fastidio, chi Osa dunque è la “Potenza del Fastidio”!
Ancor più chi osa dicendo cose sensate (credo sempre!).
E nella pagina successiva le vedremo!
Sicuramente mi stupisce non poco il fatto che riceva più messaggi, e-mail, oggi, piuttosto che (ormai quasi quattro anni fa) quando il libro stesso vide la luce.
Ma i “riconoscimenti postumi” sono una costante della storia… se poi questo libro li meriterà davvero…

Tuttavia quella Verità di cui sopra, per quanto io riesca a prevedere e “leggere nei miei grafici”, è che i mercati non sono (e per stessa mia ammissione) prevedibili al millimetro… e anche al centimetro!… sebbene abbia tentato di elaborare una Teoria che possa sfuggire sempre più all’imperfezione e ho detto volutamente “imperfezione” e non “errore”!
La stessa Analisi Tecnica, per come è conosciuta e diffusa oggi, vive sotto una concezione un poco deviata, che potrebbe anche definirsi “abbaglio”.

L’AT non cerca di prevedere i mercati, bensì studia i mercati e i trend caratterizzanti gli stessi.
E siccome i trend mutano, anche assai celermente – lo si è ben veduto in questi ultimi anni – anche l’AT deve “piegarsi” a quelli, “riconoscendoli” e dunque mutando con loro.
Sembra invece ancora che cambiare una view di mercato, sia quasi un’onta, anziché un merito!

Chi pensa poi che l’AT debba prevedere massimi, minimi (punti d’inversione compresi) di mercato compie spesso un enorme errore di giudizio, sopravvalutando la materia stessa e attribuendole poteri che non può avere, come d’altra parte ogni altro mezzo di analisi.
È così che poi talvolta si sente dire:
«Ma l’AT allora non funziona!?!?!?»

La vera, l’autentica Analisi Tecnica in fondo, e invece è molto più umile…

Cerca soltanto di scandagliare un trend e di capire se possa continuare o se sussistano alcune condizioni al che lo stesso potrebbe esaurirsi.
Risulterà poi alquanto risibile – quasi anche antinomico – il fatto che l'AT si sia data un padre che praticamente non l'ha mai cercata veramente.
Prima di tutto infatti, Charles Henry Dow utilizzava il/i mercato/i per comprendere l'economia, quindi era più un fondamentale che un tecnico. Lo stesso Dow non ha mai voluto scrivere nulla, a mo’ di “manifesto della AT”, proprio per l'estremo pudore che aveva, giacché non ancora completamente certo delle sue idee… e sfortuna ha voluto invece che sia scomparso prima di poter continuare i suoi studi e dunque confermarne la valenza.

Tanti di noi dovrebbero usare e provare quello stesso pudore oggi giorno… invece si inonda il mercato di grafici ancor prima di avere le idee chiare sul loro utilizzo…

… L’AT, concepita in questa maniera, sarà sempre una scienza orfana, anche perché forse troppi adepti, analisti tecnici, da quel padre hanno ereditato ben poco.
Intelligenza, serietà, integrità, pudicizia di un uomo dai forti valori e che svolgeva il suo lavoro con fervore e modestia al tempo, sono forse messaggi più importanti dei suoi – tra l’altro rari – scritti rimasti.

Non è dunque un caso – ne dipinge l’Uomo – che sulla sua pietra tombale campeggi l’epitaffio:
With malice toward none, with charity to all.

Rifuggendo anni luce alcun paragone con lo stesso C. H. Dow, questo testo – inviso a molti, forse proprio per l’estrema VERITA’ e CRUDEZZA con cui affronta le varie tematiche – è frutto soltanto di una cosa:

l’amore spontaneo e vero, verso l’Analisi Tecnica… ed ecco allora che può situarsi benissimo anche in questo sito, come vessillo e simbolo dell’iniziativa che ho ancora una volta fortemente preteso, forse in primis da me stesso.