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> Leading Articles > 30 Dicembre 2012 – Mont, Gomery, Clift?

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MONTI, GOMERI e CLIFF

Dal Soffitto al Precipizio?


Il titolo di questa settimana è soltanto un sottile e raffinato (mi auto permetto il “raffinato”) gioco di parole, ricavato utilizzando il nome di un grande attore del passato:
Montgomery Clift.

Ma calza benissimo, all’uopo e al momento storico.

L’attuale tipologia comunicativa ha reso perfino attore il Pontefice e ogni politico ormai deve quasi essere, gioco forza, l’interprete di sé stesso… ed è subito burlesque (o appunto “sera”, per dirla con Quasimodo).




Nel titolo – vabbe’ – si fa il verso a Monti, l’artefice dei “13 Affascinanti Mesi dell’Italia”, ai gomeri che, forse non tutti sanno, erano i fischi (esprimenti un linguaggio) con i quali i pastori di un’Isola delle Canarie usavano richiamarsi tra loro all’interno dei burroni, tra i monti appunto del loro accidentato territorio.
Perché poi – eh già! –, il terzo termine fa il verso a cliff che in inglese significa appunto “precipizio”, precipizio di credibilità nel quale è nuovamente sprofondata la classe politica USA, dopo il “gioco del soffitto” (ceiling) dello scorso agosto 2011.

All’improvviso infatti, negli USA sorge un’impellente scadenza, quasi un vero e proprio ultimatum che richiede un accordo bipartisan (per usare una termine schifoso, ma caro anche ai politici italiani), giacché il Presidente è uno, ma non trino e neppure duo!

Se ciò già non fosse stato bastante, siamo andati a ereditare proprio dagli USA, il deleterio “gioco delle primarie”, loro che sono così abituati allo spettacolo e noi ci siamo fatti abbindolare con questo gioco subdolo e letale che pochi hanno colto.

Le primarie del PD ne sono l’epigono astratto.
Le primarie sono servite soltanto a eliminare gli “avversari scomodi” (questa è l’ineluttabile e incontrovertibile risultanza)
Perché se è vero che, al primo turno, la “classifica popolare” esprimeva la seguente graduatoria:
•       1° – Pierluigi Bersani;
•       2° – Matteo Renzi;
•       3° – Nicki Vendola,
a oggi è pur vero che il 40% degli elettori partecipanti al ballottaggio si trova gabbato, fottuto e mazziato!

Poiché, io sento parlare soltanto di Bersani e Vendola (il 1° e il 3°).

Vendola era dunque stato escluso dagli elettori (è questo il termine più corretto), ma in forza del suo passato (glorioso o meno, lasciamo sia il tempo e la storia a giudicare), gli stessi elettori PD se lo ritrovano tra i maroni, senza alcun riferimento (qui) al segretario leghista!
Ma il 2° dov’è finito?
È tornato a fare il Sindaco?
Ammettiamo di sì, ma per sua scelta davvero, davvero personale?
E comunque quel 40% che lo ha legittimamente votato, dove trova ora rappresentanza?
Sono allora così davvero utili e democratiche queste primarie tanto glorificate che hanno permesso di riesumare uno scheletro e di murare vivo un “emegente”?… quando appunto il 2° classificato è escluso come il più reietto degli avversari!

La democrazia – se è vera democrazia – nel mio pensiero filosofico, ha ben altri cardini e concetti e questo sarebbe poi il reale Partito Democratico, cui l’Italia sia capace di esprimere!

E dunque, dagli USA, vorrei non prendessimo almeno certi abusivismi di politica economica.
Fissare scadenze improponibili per raggiungere obiettivi tanto più improponibili.
O meglio, quando il non raggiungerli significherebbe gettare il paese in un “baratro” e quando dunque l’accordo bipartisan (esattamente quello di prima) appare inevitabile, se non con il vil tranello di tirarlo più alla lunga possibile.

E giù recite, anche da parte dello stesso Obama che poi (eventualmente) otterrà il Nobel per la pace, per aver messo d’accordo Democratici e Repubblicani.

Ma così va il mondo e noi – umani, miseri e inconsapevoli – a speculare sul dove possano andare i mercati in presenza o, ancor peggio, in assenza di un accordo.

Ma i mercati non sono stupidi.
Non è facile raccontar loro barzellette.

Lo si è visto in Italia, quando dal giorno stesso dell’annuncio delle dimissioni di Monti (le più lunghe e sofferte che si siano vedute!) anche il povero operatore ecologico era ad interrogarsi:
«Domattina troverò cocci di spread da spazzar via dai marciapiedi?».

E ora il gioco si è invece spostato alla situazione USA, alla quale l’Europa sta per ora reagendo in modo molto contenuto, almeno apparentemente, quasi infischiandosene, ma l’America – pur avendo la borsa più affascinante del mondo (e ci perdoni Monti, che magari bene la conosce e meglio di quella italiana!) – è subdola.
La “trappola” del ceiling fu messa in piedi per il Ferragosto; questa nuova del cliff, per Natale e Capodanno, quando cioè la più parte dei mercati europei è stata aperta due giorni su dieci, mentre NewYork ha continuato tranquillamente a trattare e a scendere in silenzio (molto meno appunto, rispetto allo scorso Agosto 2011, essendosi adusata alle barzellette) sino a venerdì.

Se fosse davvero una borsa seria (oltre che affascinante) ora dovrebbe riprendere a salire oppure, fossero più serî i governanti, a scendere in maniera seria, di fronte a un mancato accordo che riveli al mondo la vera pasta di cui sono fatte l’economia e la finanza USA.

Ovvero:
«Questi quasi quattro anni (dal marzo 2009) di presunta recovery e di presunto benessere sono soltanto frutto delle invenzioni del burattino Bernanke o, sotto, c’è da davvero qualcosa di reale, oltre che la solita “leva a catapulta”?».

A giudicare dal comportamento dello S&P500 di questi ultimi quattro sembrerebbe prevalere la seconda ipotesi, ma attenzione!
Vi è un indicatore che solitamente non mente che attesta piuttosto il contrario.
Nel Marzo 2009 e sul giorno dei minimi dei mercati della crisi sub-prime (e poi Lehman) il rapporto Euro/Dollaro era fissato a circa 1,2600.
Da quel giorno là, il “resto della crisi” sarebbe stato più soltanto european affaire.
Ma ci troviamo oggi con lo stesso rapporto Euro/Dollaro a oltre 1,3200.

Pertanto, in un simile scenario (dopo le crisi isteriche di Papademos, Merkel, Sarkozy, Lagarde, van Rompuy e in ultimo il nostro Mario Draghi e ancora etc.) l’Euro sarebbe riuscito egualmente ad apprezzarsi di circa un 5% sul dollaro.
Ergo: «Quanto fa schifo il dollaro???».

Chiaro che vi sia qualcosa che non quadri.
Qualche attore ha sbagliato canovaccio ma noi, comuni mortali, lo sapremo soltanto dopo!


Da noi, in Italia, c’è un bellissimo paesaggio che mi è rievocato dalla parola cliff.

È sull’isola di Capri.
È il Salto di Tiberio.
Ottima rupe!
Ottimo cliff!
Perché qualcuno onesto decida di compiere un salto, non fosse almeno di qualità!
Sogno o utopia?

Buon Anno, in ogni caso, ai miei fedeli Lettori!




Pavia, 2012, December the 30th





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