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> Leading Articles > 26 Maggio 2013 – Polistirolo Espanso?

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BOLLA o POLISTIROLO ESPANSO?

La Materia che viene dalla Germania!

Niente da fare!
Chi si ostina a parlare di “bolla”, per i mercati finanziari, usa un termine obsoleto e nei termini e nei significati.

Ci sto pensando da un po’ di tempo, ma in borsa è vincente colui che si abitua prima degli altri a un nuovo ordine di idee.

E allora oggi, gli stessi mercati finanziari – a me che li analizzo quotidianamente – più che di sapone paiono composti in “polistirolo espanso” e su questo secondo termine vi sarà poi da ragionare.
Il Polistirolo (nel cui nome suona già l’onomatopea) è un polimero termoplastico.



La sua origine risale circa a metà dell’Ottocento e la sua scoperta si deve a un berlinese, tal Eduard Simon. Il quale distillando alcune resine, ne estrasse una più oleosa, in realtà un monomero, alla quale attribuì il nome di styrol, derivato da un precedente styrax (stirene).

Solitamente sono gli americani ad avere questo tipo di idee e così perlomeno è stato negli ultimi due secoli di storia, anche abbastanza controversa e per la quale ancora si “vogliono appropriare” della scoperta del telefono, ai danni del nostro Meucci.
Ma dopo Rudolf Diesel, dovremmo dedicare più tempo a questo speziale, rispondente appunto al nome di Simon e di merkeliana patria!

Il polistirolo, nella sua forma non espansa, ha un peso pari a 1,050 kg/dm3, ovvero il peso di un litro d’acqua, più un ventesimo dello stesso; si pensi per esempio all’olio che ha peso specifico pari a 0,915/918 ed è dunque più leggero dell’acqua, sebbene, a prima vista, possa sembrare il contrario, causa la sua composizione, ma, se riempissimo un bicchiere d’acqua e, poi, lo stesso bicchiere, d’olio, peserebbe meno il secondo!
Ben in realtà, la formula esatta del Peso Specifico sarebbe:

newton/m3,

ma questo ora ha poca importanza.


In effetti, quante volte sentiamo dire?:
«I mercati stanno precipitando a piombo!»…
Non è sbagliatissimo: il piombo possiede un peso specifico dell’11,34 (pesa 11 volte più dell’acqua), ma in realtà non è vero che sia il metallo, in assoluto, più pesante.
Il primato – ovvio a puro titolo di curiosità – spetta all’osmio, con un peso specifico di 22,66, quasi esattamente il doppio del piombo!

Ma – certo – farebbe sorridere udire:
«I mercati stanno precipitando a osmio!»…
Sempre per mera curiosità, l’osmio, nella forma del suo tetrossido, è utilizzato per il rilevamento delle impronte digitali (un metallo da C.S.I insomma), il che non guasterebbe in borsa, per scoprire un po’ i veri insider “digitali” :-)

Invece, il polistirolo (più correttamente, polistirene o EPS), nella sua forma espansa, “acquista” un peso specifico oscillante tra 0,100 e 0,015: insomma può pesare da 10 volte ad addirittura 67 volte circa meno dell’acqua.
È composto dunque, in massima parte d’aria.

E allora quante volte si dire, a proposito dei mercati finanziari?:
«Non ci metto i miei risparmi, poiché tutta “aria fritta”!»…
Adesso, nello specifico (appunto!), non saprei dirvi il peso specifico di suddetta “aria fritta”, ma sicuramente oggi, la definizione di “mercati in polistirene espanso” – a mio sindacabilissimo giudizio – vale molto di più di quella che vuole ancora l’obsoleta definizione di “mercati in bolla”.

La bolla si punge e si sgonfia.
Il polistirolo è invece un ottimo isolante, resistente all’umidità (dunque alle bolle umide) ed è anche sicuro per l’ambiente e riciclabile, soprattutto “riciclabile”.
In termini borsistici, potrebbe dirsi che il ciclo si ricicla e così via.

Ha un solo tema di smentita: la sua combustione avviene circa a 450° e allora anche i “miliardi bruciati” della carta stampata troverebbero un senso, ma soltanto se davvero fosse raggiunta questa temperatura o – se preferite – se la leva presente nei mercati superasse il valore di 67.

Mr. Prof. Tremonti ha studiato tutte queste cose o si è limitato ai puri numeri della matematica finanziaria, trascurando queste variabili fondamentali?
E dico Tremonti tanto per citare un caso italiano di “bolla di professione”!

I timori di “bolla” di questa settimana sono provenuti tutti (o quasi) invero dal Giappone, ossia dall’ultimo mercato che davvero potrebbe definirsi in bolla!



E quando il valore dell’indice Nikkei aveva appena “riagganciato” il valore (poco sopra i 15.000 punti) dell’indice USA Dow Jones!
Per la cronaca, l’indice nipponico aveva registrato un massimo relativo proprio questo mercoledì, 22 Maggio, @ 15.627,26 punti, corrispondentemente a un indice USA sui propri massimi storici @ 15.387,58 punti.

Ma se vi dicessi, a fine 1989 (quando il Giappone registrò i suoi massimi assoluti), a quant’erano questi due valori, dove andreste a cercare la bolla… ops, pardon… la temperatura più vicina a 450°?
•       Nikkei225 Index al 29/12/1989: 38.915,87;
•       Dow Jones Indus. al 29/12/1989: 2.753,20 punti.

Dunque, oggi il Giappone vale ancora circa 40/100 da allora, il che vuol dire 0,40 circa di quello che valeva quasi 25 anni fa, mentre gli USA (in questo caso, col Dow) esprimono oggi un valore circa 5,50 più alto di quello degli stessi 25 anni fa.
E se, a questo gioco a due, inserissimo anche la nostra Italia, troveremmo un riscontro numerico corrispondente circa (lavorando sul Comit Index) e pari a 1,35.
Insomma, chi avesse investito 100 Lit. a Piazza Affari, a fine 1989, oggi si troverebbe con circa 7 cent di € e qualche spicciolo maggiore per via di un dividend yield pari a circa al 3% annuo.

A questo punto, mi sento di dire che siamo ben lontani dai 450 gradi, temperatura alla quale il polistirene fonde, per e con buona pace di chi derivati teme, che certo prima a poi a quella temperatura arriveranno.
Anche il polistirolo è appunto un “derivato”!

Ma non ora!

D’altro canto – non illudetevi – i Comandanti Mark esisteranno sempre e con essi Mr. Bluff e Gufo Triste!
Avevano però un merito…
Non conoscevano né bolle, né polistirene!







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Pavia, 2013, May the 26th



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