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> Markets > State of The FW del 21 Agosto 2011 (Preview) - Conte di Montecristo... o Highlander?

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Nautilus
CONTE di MONTECRISTO... o HIGHLANDER?

Il mio personalissimo Sentiment è di quelli pessimi... non dunque come quello visto in The Chart of The Week!

Suppongo, fuor d'ogni metafora, che sui libri di Storia (e soprattutto di Geografia Politica), questa crisi sia destinata a far posto a quello attualmente occupato dalla Seconda Guerra Mondiale, giacché siamo di fronte a un evento destinato a cambiare il mondo.

E come le guerra... che ci si entra per la dabbenaggine di un folle o il suo disperato bisogno di mettersi in mostra... anche questa crisi era... non evitabile, ma... evitabilissima!

Essa è soltanto ascrivibile alla estrema avidità di tanti uomini e alla dabbenaggine (lo ripeto) e stoltezza di coloro che su questi uomini avrebbe dovuto avere lo "esercizio di un diligente controllo".

Ma questa crisi è quasi "voluta"!

Ma questa crisi era anche evitabile, poiché gli effetti della prima parte della stessa erano in effetti stati ammortizzati dal "privato", come avevo già avuto occasione di scrivere nell'Articolo pubblicato due settimane fa, sotto la sezione Sentiment Articles, "La Leggenda del Santo Debitore".



Ma pensa Lettore, semplicemente a questa quasi stupida similitudine che ora ti paleso e che poi è ciò che è accaduto (ovviamente in campo finanziario).

Se tu vai sotto i ponti della Senna (tanto per richiamare il film citato!) e ti metti a fare beneficenza (immensa) ai varî clochard, salvi loro la vita dagli stenti, senza dir nulla a nessuno, molto probabilmente e nonostante il tuo spirito umanitario rimarrai un anonimo cittadino, uno come gli altri, poiché assai difficilmente uno di quei clochard riuscirà ad avere contatti (a meno che poi ne abbia anche interesse!) con le fonti d'informazione.

Se tu invece entri nella Santa Sede e depositi un tesoro ai piedi delle Guardie Svizzere (prima che ti blocchino!) e te ne vai, passerai comunque alle cronache e anche senza volerlo, poiché essi stessi verranno a cercarti, non fosse per capire le ragioni del tuo gesto "inusuale".
Ebbene tutti i varî governanti, pur di passare alla storia, per "coloro che salvarono il mondo (finanziario)", hanno depositato denari e tesori ai piedi degli Stati che invero all'epoca non ne avevano così bisogna, anziché farlo nei confronti dei malcapitati che perdevano casa, della piccola impresa che doveva crescere, magari soltanto per diventare 1/10.000 di quel che oggi è Apple o per sostenere e incrementare il consumo di quei privati che comunque in questi due anni avevano sostenuto (nel loro oblìo salvifico) la pur malferma e rabberciata economia.

Purtroppo, oggi, di Conte di Montecristo non ve n'è più, ma soltanto tanti Miserabili di cervello e altri di tasca, questi ultimi destinati ad aumentare nella schiera dei tali.

E scrive ancora benissimo Massimo Gaggi, sulla pagina 3 del Corriere, quando dice (in un articolo un po' anche fuori dal coro e che non parla soltanto di miliardi "bruciati" o avvampati!):

Ma la "benzina" è finita prima che un settore privato traumatizzato e impoverito riuscisse a innescare una vera ripresa sulle due sponde dell'Atlantico.
Lo spettro della recessione si riaffaccia, così, nelle grandi democrazie industriali...


Ma sai, Lettore, perché davvero mi preoccupa così tanto questa seconda parte (della stessa crisi... sia ovvio!), piuttosto che la prima?
Non il fatto che la prima fosse evitabile, ma per la percezione della gente e la forza dell'abitudine che si è creata.
Oggi vi è molto meno allarmismo di allora (forse arriverà alla fine!) e questo mi pare di averlo già bellamente evidenziato in un recente passato.
Forse molti diranno:
«Come se n'è andata una, se ne andrà anche la seconda!».

In fondo se a uno di noi occorresse di sopravvivere a un tremendo terremoto, ne rimarrà scioccato e profondamente ferito per un molto tempo.
Ma se gli toccasse di sopravvivervi una seconda volta, a quel punto ne sarà pronto (ancor prima di sopravvivervi) e il potere terrifico non prenderà più possesso di lui, ma la forza (appunto) dalla "fatale abitudine" gli permetterà di affrontare quel nuovo evento con molta minore partecipazione emotiva, quasi indifferenza, sebbene di primo impatto possa risultare subito comunque traumatico.

In fondo anche il terremoto può allora smettere di incutere terrore... si scende in strada e via... poi si torna su...
E oggi è così quasi per tutti: da tante parti, amici, conoscenti, sento addirittura dire:

«Ma non è il momento di comprare?»!

L'abitudine (appunto!) e i guadagni del 2009-2010 li rende così tanto ciechi oggi e, peggio, sordi?
Poi potrebbe anche esserlo, ma il rischio quanto elevato e quanto pagato nel rendimento atteso?

«Ma il titolo XXX YYYYYY oggi vale già meno del 2009; perché non ne approfittiamo?!?...».

Avidità e illusione, unite insieme (e già citate da Gionna, nel suo Flash Report), potrebbero dunque indurre in fatal errore, nel sottovalutare la portata di questa crisi, mentre l'Analisi Tecnica avverte che non è ancora assolutamente il momento di compiere mosse avventate.

Ed è proprio il nostro FTSE-Mib uno degli indici più a rischio di tracollo.
Venerdì ha chiuso sull'ombra sottile di un già flebile supporto, ma le Fibonacci Waves già ne indicano quasi per certa la "fine", fine intesa nel senso che se si sprofondasse sotto i minimi del 2009 entreremmo in un territorio ormai vergine e sconosciuto che potrebbe così condurre, in un balzo sprofondante, persin sotto i 10.000 punti e si ritornerebbe così indietro di 20 anni, a prezzi forse di saldo vero, non come quelli che i giornali ci buttano oggi in pasto...

Che m'importa di sapere che il prezzo del titolo XXX YYYYYY non raggiunge neppure il (presunto!) valore del suo "forziere d'opere d'arte", se intanto la borsa mi paga soltanto in cocci di bottiglia???

§ Omissis §




Grafico del FTSE-Mib a quadranti di Fibonacci e delimitanti le varie FW


L'ellisse più grande (circonferenza) contiene la visione un poco zoomata del periodo compreso nel box, quello che ha poi condotto alla violazione del limite di a3br di B2br (di one major degree).

Ora il punto x indica l'incrocio tempo-puntuale, fissato al 26 di agosto (dunque venerdì prossimo), sempre per le FW.

Se per tale data il nostro FTSE-Mib si trovasse sotto i 14.390 punti (la probabilità al momento appare alta), sarebbe quasi certo un anche veloce raggiungimento dei minimi del 2009, in area 12.500, ma qualora vi si arrivasse in una tale situazione le possibilità di andarvi (e anche abbondantemente) sotto sarebbero forse ancora più alte di quelle di raggiungerli.

D’altra parte, la negazione di questo triste scenario transita talmente più in alto, al che la stessa pare un lontano miraggio.

Occorrerebbe difatti almeno un recupero della banda 16.440/17.250 (almeno!) e anche in tempi molto ravvicinati, altrimenti sarà invalidato del tutto l’ultimo tentativo di rimbalzo e ci sarà poco da fare.




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Pavia, 2011, Aug. the 20th